Una riflessione urgente sul prezzo psicologico dei turni continuativi e il ruolo chiave di USAMI nella difesa del benessere dei militari.
Chi indossa la divisa conosce bene il senso del dovere, ma dietro le recinzioni e le concertine dei reparti operativi, il fragore continuo degli elicotteri, degli aerei in volo e dei turni di guardia, si nasconde un prezzo alto e troppo spesso taciuto: la salute mentale dei militari. I militari che operano in turnazioni H24, controllori del traffico aereo, radaristi, tecnici di allerta, addetti alla sorveglianza, vivono su ritmi usuranti, con riposi compressi da corsi, esercitazioni o improvvise esigenze di servizio. USAMI è vicino a chi vive ogni giorno questa realtà. Ascoltiamo, sosteniamo e interveniamo al fianco degli iscritti e di tutti i militari, consapevoli di quanto la pressione costante possa minare l’equilibrio psicofisico. Gli effetti sono concreti e documentati: insonnia, disorientamento, ansia, alterazioni dell’umore e difficoltà cognitive. Ma spesso, nel mondo militare, chiedere aiuto viene vissuto come una colpa, con il timore di essere giudicati o allontanati dal servizio.
USAMI non accetta questa cultura del silenzio. Abbiamo difeso militari sottoposti a valutazioni di inidoneità senza reale contraddittorio, rivendicato il diritto al recupero psicofisico e denunciato carichi di lavoro eccessivi, soprattutto nei confronti dei volontari di truppa, spesso impiegati oltre le 70 ore settimanali. La nostra azione è concreta, quotidiana, basata sull’ascolto e sul supporto reale alle persone. La salute mentale non è un lusso, ma un requisito essenziale per garantire l’efficienza operativa. Una Forza Armata che tutela il benessere del personale è una Forza Armata più forte.
USAMI continuerà a battersi per questo, con coraggio, determinazione e, soprattutto, mettendo al centro l’essere umano.